giovedì 29 dicembre 2011

Come dovrebbe essere fatta una metropolitana

Siamo nel 2011, quasi nel 2012, ed ancora non abbiamo capito come si fa una metropolitana? Ma stiamo scherzando?
Vediamo di analizzare la cosa da un punto di vista logico e di non farci guidare dai preconcetti, prima di tutto alcune considerazioni di partenza:
  • Già da svariate decine d'anni gli ascensori funzionano senza bisogno dell'operatore;
  • L'energia costa; muovere un treno con tanti vagoni per portare poche persone è un evidente spreco di energia;
  • La telesorveglianza è una realtà concreta;
  • Far salire su di un vagone più persone di quante ne possa ragionevolmente contenere fa perdere tempo ed incazzare la gente;
  • La gente si secca se deve aspettare a lungo per un mezzo;
Partendo da quanto sopra detto, verrebbe spontaneo pensare che un sistema ideale dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:
  • Funzionamento automatizzato, con doppie porte, una sul vagone e l'altra in banchina, esattamente come per gli ascensori;
  • Vagoni di piccole dimensioni a corsa frequente, che possano essere accorpati durante le ore di punta per formare convogli di maggiori dimensioni;
  • Telesorveglianza di vagoni e stazioni, per prevenire i vandalismi. In caso di vandalismo o reati all'interno di un vagone, questo non dovrà aprire le porte fino all'intervento delle guardie di sicurezza;
  • Numero di posti liberi gestito automaticamente, con indicazione dei posti disponibili all'esterno di ogni vagone; Scambi per l'arrivo in banchina, che consentano ai vagoni già pieni per i quali non sia stata prenotata una fermata di proseguire indisturbati;
  • Sempre per mezzo dei suddetti scambi vagoni a lunga percorrenza, che sostino ad esempio solo ogni 5 fermate, alternati a quelli a breve percorrenza, che sostano ad ogni fermata.
Si tratta fino a qua di obbiettivi perfettamente realizzabili con le tecnologie attuali. Poi si potrebbero pensare ulteriori evoluzioni tipo doppia banchina (salita e discesa), con porte da entrambi i lati del vagone per le fermate più trafficate, in modo da abbreviare le soste in stazione o altro ancora. L'importante è pensare alla metropolitana non più come ad un treno che corre sotto terra, uscire dai vecchi paradigmi e, per una volta, domandarsi cosa serve all'utente per, finalmente, lasciare a casa quella maledetta automobile.

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