giovedì 19 gennaio 2012

FIAT: Multipla e Freemont, la stessa cosa!

   Che la Multipla e la Freemont non siano la stessa cosa balza all'occhio, come pure all'occhio balza che la Freemont e la Croma sono vetture diverse. Eppure, con la nuova nata (nuova si fa per dire, visto che è un riciclone di una macchina che esiste da anni) la Fiat vuole servire il mercato di chi ha bisogno di più di sei posti e, allo stesso tempo, sostiturie la Croma. Possibile? Ovviamente no!
Prima di tutto la Multipla era, malgrado le classiche debolezze di casa come le porte che si aprivano solo in parte, o i vetri posteriori che scendevano per pochi centimetri, una discreta automobile, e non un camion. In secondo luogo la Multipla si rivolgeva ad un acquirente attento alla lira, auto a metano, risparmiosa, l'unica possibilità per il padre di una famiglia numerosa che, dovendo spendere un po' di più per la macchina capiente, voleva risparmiare almeno sul carburante. La Freemont, oltre a costare un occhio della testa, beve come una spugna. Certo, anche la Multipla beveva, ma metano, non gasolio. E poi, la Multipla, pur avendo un bagagliaio risibile, era abbastanza corta da trovar parcheggio in centro, la Freemont invece è una bestia quasi cinque metri: praticamente imparcheggiabile.
   Per finire, come accesso ai posti posteriori, la Freemont non è certo comoda. I due posti supplementari rimangono adatti ad un uso esclusivamente occasionale. Nella multipla, invece, i sei posti erano tutti accessibili comodamente. Insomma, Multipla e Freemont non coprono lo stesso mercato. Del resto, pensandoci bene, vale la stessa considerazione per la Croma. La Croma, tipica viaggiatrice aziendale, senza pretese di bellezza, era una macchina comoda, affidabile e con un costo per chilometro ragionevole. La Freemont non ha un costo per chilometro paragonabile già sulla carta e, se parliamo di chilometri reali, è assolutamente irragionevole. Non è bella, anzi, pare l'anello di congiunzione fra un furgoncino ed un SUV ma, in compenso, si fà notare (e chi può ignorare cinque metri di macchina) in modo eccessivo per cui la sua bruttezza diventa immediatamente evidente. Insomma, non può sostituire l'anonima Croma nè per i costi, nè per l'immagine. Inoltre, non dimentichiamolo, è una bestia imparcheggiabile. Insomma, guai a quel rappresentante che, con la Freemont, decidesse di visitare i clienti in centro (del resto, in questo caso, l'ideale sarebbe semmai una Smart).
   Insomma, la Fiat, tanto per cambiare, l'ha fatta grossa. Ma è mai possibile che, dopo tutti questi anni di Europa Unita, non abbia ancora capito che per vendere automobili in un mercato libero da protezionismo bisogna prima di tutto produrre cose proponibili e ad un prezzo giusto? Un ultimo esempio, sempre in casa Fiat, di questa mentalità folle, che ignora completamente le esigenze del compratore il quale poi, esasperato, si compra la Golf di turno: Fiat Bravo di un collega, con il quale vado a Padova da un cliente: niente da dire sul motore, anche abbastanza comoda, cruscotto con una finitura satinata apparentemente di qualità, ma rumorosa, più della concorrenza e, specialmente, con un cruscotto concepito da un mentecatto. Sì, perchè daccordo che, per amor di simmetria, ai lati dell'autoradio si pongano tasti nello stesso numero e della stessa forma, ma, anche assumendo la necessità di questa esagerata simmetria, che non vorrei sfociasse in futuro nella collocazione di un secondo volante, magari puramente ornamentale, dal lato del passeggero, qualcuno mi deve spiegare perchè i comandi dei fendinebbia non sono stati collocati dal lato del guidatore. Insomma, siamo in autostrada, possiamo manovrare la nostra autoradio nella massima comodità senza spostarci neanche un po', per mezzo di comandi al volante che, devo dirlo, in un'auto di quelle dimensioni sono abbastanza superflui e poi, quando cala la nebbia, quando ci troviamo nel nulla e non vediamo un accidente di niente, indecisi fra l'andar piano e farci tamponare o l'andar forte e tamponare a nostra volta, concentrati sul retronebbia del camion che ci precede, appena visibile nel biancore, per accendere il nostro, di retronebbia, nel tentativo di non finire come una fetta di salame in un panino, dobbiamo staccare gli occhi dalla strada, la schiena dal sedile e ravanare alla ricerca di un minuscolo pulsante posto dalla parte sbagliata della vettura. Fantastico, c'è da domandarsi perchè non abbiano messo la leva del freno a mano nel bagagliaio ed i comandi degli specchietti elettrici sul poggiabraccio degli sportelli posteriori.
   Bè, per fortuna che, malgrado le sparate dei politici, non siamo un paese industriale, perchè se questo è tutto quello che sappiamo fare...

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