giovedì 12 gennaio 2012

Meglio del baratto

   Ci sono l'IVA, l'Irpef, l'Irap, l'Ires (che somiaglia stranamente ad Irae, vuoi vedere che si tratta dell'ira di Dio?) e sicuramente tante altre che io non conosco. Per ogni lira che guadagniamo, ci sono tante imposte che ci affliggono. Alla fine, si sa, di lavorare quasi passa la voglia. Ma come, lavoro dalle otto alle tre di pomeriggio per pagare lo stato, e per me fino alle cinque. Se non mi basta quello che guadagno, posso lavorare ancora un po', ma di questo po' lo stato mi prenderà una percentuale ancora maggiore (in fondo sono straordinari, non vorrai mica farci affidamento no?). Chi cavolo me lo fa fare di rompermi la schiena in cambio di uno stipendio che mi consente, a fatica, di pagarmi la sopravvivenza e la macchina che, tutto sommato, uso solo per andare a lavorare, visto che le ferie ormai non me le posso più permettere?
   Allora, assunto che non ritengo la rivoluzione una soluzione attuabile nè sensata, che non mi và di saltare la barricata e passare dalla parte di quelli che si ingegnano, invece che per produrre qualcosa, per sfruttare chi qualcosa produce, che non voglio rassegnarmi a vivere privo di gratificazioni, come posso fare? 
   Semplice, torno al baratto. Posso barattare un mese di permanenza nella mia casa in città con un mese di permanenza in una simile a Londra. Sicuramente mi costerà un po' farla pulire alla fine (gli inglesi, si sà, sono superficiali per quanto riguarda l'igene e la pulizia), ma un mese gratis a Londra può valere la candela. Posso barattare un'ora di lezione di informatica o di matematica al figlio di un vicino con una di latino o di greco. Posso cercare uno studente straniero e barattare un ora di colloquio in italiano con una in inglese. Posso barattare le noci del mio albero, raccolte per S. Giovanni ed ottime per il nocino, con delle mele, o magari con dell'insalata. Posso aiutare il mio vicino a portare il frigorifero vecchio nella seconda casa in cambio di un coniglio (perchè nella seconda casa, i conigli, il mio vicino li alleva all'aperto e sono particolarmente buoni), posso riparare lo scarico della mia vicina in cambio di... mica ve lo dico in cambio di cosa.
    Insomma, con un po' di buona volontà, posso cambiare cose che ho o che produco in eccesso, con cose che mi servono, evitando il salasso dello stato sulla transazione. Solo che...solo che il baratto è scomodo. E se il potenziale aquirente delle mie noci non ha mele da darmi? E se i conigli non mi piacciono? E se il marito della mia vicina non è per niente d'accordo con la forma di pagamento escogitata dalla moglie? E' abbastanza ovvio che, in questo caso, non se ne può fare niente.
   In realtà, però, una soluzione c'è lo stesso. Se mi avanzano delle noci, non le butto via, le dò a chi me le chiede. Se posso dare lezioni di matematica lo faccio, anche se mio figlio non ha bisogno di quelle di greco. Se il mio vicino deve portare un frigorifero lo aiuto. Se la mia vicina ha lo scarico turato provvedo alla bisogna.  Ed in cambio? In cambio niente, ma se tutti facciamo in questo modo, vivremo sicuramente meglio (e questo vuole essere comunque un velato invito per la mia vicina).
   Insomma, aiutiamoci. Facciamolo per il piacere di farlo, senza fare troppo affidamento su di una contropartita. Non roviniamoci la vita per farlo, ma facciamolo. Ci vorrà tempo ma, alla fine, forse, avremo contagiato qualcun'altro, e poi qualcun'altro ancora e, quando meno ce lo aspettiamo, troveremi chi ci dà una mano e sapremo che, in un piccolo modo, avremo cambiato il mondo.

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