martedì 7 febbraio 2012

dalla padella...alla brace

   Si dice, da noi, "cader dalla padella alla brace" per indicare una qualsiasi manovra fatta per uscire da una situazione negativa che porti, erroneamente, ad una ancora peggiore. Ebbene, quando vedo, ed ultimamente non è così raro, degli extra comunitari che, oltre a chiedere l'elemosina per sopravvivere, con negli occhi lo sguardo di chi ha ormai perduto la speranza in una vita migliore, trascorrono la notte al freddo o, al limite, nei rifugi della caritas, non posso fare a meno di domandarmi se non stessero meglio a casa loro dove, poveri per poveri, almeno non soffrivano né il freddo né l'emarginazione, se non siano cioè caduti dalla fantomatica padella alla brace.
 
   Mi viene allora da domandarmi se per caso, invece che trasmissioni demenziali dove si vedono persone bellissime fare una vita bellissima vivendo in modo problematico il dubbio amletico fra la facoltà di medicina e quella di ingegneria, o quello ancor più viscerale fra BMW e Mercedes, non sarebbe il caso di proporre video ben più realistici dove si mostrano persone inquadrate in una società che le accudisce e le nutre in cambio di una dedizione totale che inizia in età scolara e prosegue immutata fino alla pensione, privandole in realtà di ogni libertà reale, e dove non c'è posto per chi non è nato nel sistema, se non ai margini, in situazioni che non hanno niente, ma proprio niente di invidiabile.
   Ecco, io credo che se questa fosse l'immagine pubblica della nostra ormai cristallizzata civiltà, il problema dell'immigrazione clandestina sparirebbe da solo, sostituito semmai da quello della mancanza di immigrazione, che porterebbe forse gli stipendi e la posizione di questi poveracci ad essere allineati con i nostri. Un bene per loro ed un bene per noi, visto che ormai la disoccupazione nazionale ha raggiunto vertici da record.

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