mercoledì 8 febbraio 2012

mangiare carne

   Come tutti coloro che cucinano per passione, mi interesso della provenienza di quello che cucino, sia per mettere in tavola cibo qualitativamente migliore, che per motivi etici. La carne, le uova ed il pesce, in particolare, sono argomenti dolenti.
Come ci si trasforma mangiando troppa carne
   Oggi come oggi la maggior parte del pollame in vendita nel nostro paese è allevato in modo intensivo e questo, oltre ad incidere sulla qualità del prodotto è, a mio avviso, eticamente inaccettabile. In particolare i pulcini vengono tenuti sotto antibiotico e questo non per prevenire malattie (del resto chi ha mai sentito parlare di antibiotici preventivi) ma piuttosto perché è dimostrato che facendo in questo modo l'accrescimento è maggiore. Vengono nutriti con farine contenenti proteine animali, gli viene impedito di muoversi ed altro ancora. Conigli, ovini, suini e bovini stanno un po' meglio, ma molto dipende dall'allevamento.
   Del resto, se voi considerate che un pollo ruspante lo si può trovare fra i sette ed i dieci euro al chilo al lordo di zampe, collo, testa e frattaglie, è abbastanza ovvio che se poi al supermercato trovate dei petti puliti a tre euro al chilo, qualcosa che non va ci deve essere per forza. Anche per il pesce la situazione non è molto diversa. Un branzino di Licata, allevato in mare, costa circa il doppio di un branzino greco allevato in vasconi. Tenete presente, però, che in Grecia non ci sono i NAS come da noi, i controlli in Grecia sono fatti dagli stessi ministeri dai quali dipende la produzione e questo lascia intuire molto, non trovate? Stranamente, poi, la grande distribuzione propone più facilmente il pesce allevato all'estero in vasche che quello allevato in mare in Italia. Stranamente non più di tanto, però, se si pensa che sul primo c'è più possibilità di margine che sul secondo e che l'investimento, oltretutto, è minore.
   Tutto questo per dire che, a meno di non fare scelte estreme, come quella vegetariana, sarebbe bene stare bene attenti alla provenienza di quello che cuciniamo, e mi riferisco in particolare a quello che cuciniamo abitualmente; ovvio che poi, se una volta all'anno ci facciamo una catalana senza indagare troppo sulla provenienza degli astici, non succederà niente, come si dice: "semel in anno licet insanire". Per la mensa ordinaria, invece, meglio ridurre un po' il consumo di proteine animali e selezionare fornitori anche più cari, ma in grado di proporci carne e pesce provenienti da allevamenti che applicano forme meno intensive di produzione. Del resto, per rendervi conto della differenza, cercate un buon pollo ruspante ed un pollo industriale dello stesso peso e cuoceteli (magari non lo stesso giorno, a meno che non dobbiate nutrire una piccola comunità). Noterete, al di là delle banali considerazioni sul sapore, che:
  • il peso "a cotto" dei due polli è molto diverso;
  • il tempo di cottura è molto diverso.
   Si tratta di animali molto diversi, del resto, anche dal punto di vista nutrizionale, in quanto il pollo ruspante contiene meno acqua e, specialmente, meno grassi dell'altro e più proteine.
   C'è anche un altro motivo non legato solo alla qualità per ridurre il consumo di proteine di origine animale: quello di ricondurci a produzioni di tipo sostenibile ed etico. Al di là della crudeltà insita in certe forme di allevamento, occorre tenere conto che l'Europa importa dal resto del mondo cereali usati per produrre mangimi, e carne. Questo vuole dire che, sostanzialmente, consumiamo più carne di quanta ne possiamo produrre e questo a scapito dei paesi poveri che, per fornirci i cereali necessari alla produzione di tutta questa carne, tolgono risorse alla popolazione locale e, spesso, attivano coltivazioni destinate, sul lungo periodo, a favorire la desertificazione del territorio. Questo, in altre parole, significa che, se esageriamo con le bistecche, non solo portiamo via il cibo ai poveri del terzo mondo, ma lo sottraiamo anche ai nostri nipoti, se non ai nostri figli.
   Quindi, qualche regola di base:
  • mangiare carne o pesce solo una o due volte alla settimana;
  • verificare sempre la provenienza di quello che si mangia;
  • evitare tutti i cibi preparati svilendo la carne che contengono come i cibi dei fast food ed i precotti, i salumi ed i wurstel;
  • imparare ad apprezzare carne e pesce ben preparati ed a considerarli per quel che effettivamente valgono: dietro c'è una vita, fate che non sia stata spesa per nulla, quindi evitate quei ragionamenti viziosi del tipo "non so cosa fare, cuocio un petto di pollo";
  • evitare la carne confezionata dei supermercati e le etichette dei grandi produttori, rivolgendosi invece ad un macellaio di fiducia.

Nessun commento:

Posta un commento