venerdì 10 febbraio 2012

Non buttiamolo via

   Buttare via un vestito, un giocattolo, un elettrodomestico, un libro, spesso è il sistema più semplice e rapido per risolvere un problema. L'altro giorno mi si è rotto il bicchiere (in vetro) del mio frullatore/tritatutto della Braun. Vado dal ricambista, e scopro che:
  1. Un bicchiere nuovo mi costerà circa quanto due frullatori cinesi;
  2. Devo comunque aspettare un mese per averlo, perchè non tengono quel genere di ricambio visto che, di norma, chi lo rompe preferisce sostituire l'intero apparecchio con il succitato frullatore cinese.
   A questo punto, incavolato come una biscia, ordino il bicchiere e compero un frullatore cinese (in realtà di una marca europea, dico cinese perchè, a giudicare dalla qualità, sembrava proprio fatto in Cina e, probabilmente, lo era) da usare in attesa del suo arrivo, pensando che, una volta ripristinato il Braun, potrò sempre portare il sostituto nella casa in montagna, dove non ne abbiamo uno. Avrei, del resto, potuto comprare il cinese anche senza la casa in montagna, tanto, un mese non è durato. Certo, è costato circa la metà del bicchiere del Braun, ma a me un bicchiere era durato circa dieci anni, mica un mese.
   Lo stesso si può dire per le scarpe. Io, che non amo avere duecento tipi di scarpe diverse, ne ho in realtà sei paia: un paio di mocassini neri ed un paio marroni, un paio di scarpe allacciate invernali nere ed un paio marroni, un paio di scarpe da ginnastica ed un paio di scarponi da montagna. In realtà, ho anche un paio di scarpe nere "belle", che uso solo quando mi metto "in tiro" e che, di conseguenza, sono ancora praticamente nuove dopo vent'anni di servizio. Visto il ridotto "parco scarpe", compro solo scarpe di qualità alta. Quando una suola o un tacco si consumano, vado dal calzolaio e li faccio rifare. Come conseguenza di ciò un paio di mocassini mi dura anche più di quattro anni, e sì che io a piedi giro parecchio. Mia moglie, al contrario, ama cambiare. Non sono mai riuscito a sapere quante scarpe possegga esattamente, dal momento che le divide per stagione e lascia nella scarpiera solo quelle adatte al clima, ma comunque sono molte, anzi, decisamente troppe. Quando le si rompe un paio di scarpe non le porta dal calzolaio, la riparazione costerebbe quanto comprarne un altro paio. Indovinate chi spende di più in scarpe?
   Tuttavia, scegliere di comprare prodotti di qualità e, presumibilmente, longevi, non è sempre possibile. Le aziende produttrici preferiscono vendere prodotti low cost (molto più facili da piazzare) ed a vita breve (se ne vendono di più). Del resto, il prodotto nato per non essere riparato consente al produttore di non spendere denaro nella gestione dei ricambi e nella preparazione dei riparatori e, specialmente, gli consente di utilizzatre tecnologie che i riparatori non sono in grado di gestire. Basti pensare ad una lavatrice. Il riparatore di cinquant'anni, probabilmente, avrà una estrazione di tipo meccanico-idraulico, e non potrà far fronte ad un guasto elettronico se non sostituendo, alla cieca, la "centralina" o "scheda", termini generici con i quali i riparatori indicano tutto ciò che è elettronico e di funzione sconosciuta. Se può essere accettabile dal consumatore che ha speso più di mille euro per una lavastoviglie che, dopo qualche anno dall'acquisto, questa si rompa e richieda la sostituzione della mitica "centralina" al costo di duecento euro più la chiamata, ovviamente non può esserlo da chi ha pagato l'intero apparecchio trecento euro che, nella stessa situazione, lo cambierà con uno nuovo.
   Però, teniamolo presente, molte volte possiamo fare da soli. L'elettronica, ad eccezzione di quella di potenza, è molto meno fragile di quello che si crede, e la maggior parte dei guasti, alla fine, stà nei connettori e nei cablaggi. Spesso la sostituzione di una scheda è utile solo in quanto, nel cambiarla, si sfilano e reinfilano i connettori, ripulendoli dall'ossido. E lo stesso vale per i giocattoli, col vantaggio che, spesso, non contengono parti elettroniche. 
   Teniamo presente anche che tutte le maggiori marche di elettrodomestici hanno due linee di prodotti, quelli buoni, e quelli fatti per durare solo fino allo scadere della garanzia. Possiamo facilmente distinguerli dal costo e dalla qualità dei materiali e, nel dubbio, possiamo informarci da un riparatore, evitando magari di chiedere informazioni ai commessi dei negozi che,  di norma, quando sono in buona fede, sono ignoranti.
   Insomma, compriamo poche cose, compriamole buone e facciamocele durare.

Nessun commento:

Posta un commento