venerdì 10 febbraio 2012

Perchè non comprare le Nike

Nike, just do it
   Ci sono molti buoni motivi per non comprare le Nike. Prima di tutto, e non è poco, perchè nike è una parola greca, significa vittoria, e si pronuncia esattamente come è scritta. Il fatto che tutti (compresi loro, gli uomini nike) la pronuncino naik è aberrante e, per me, è un ottimo motivo per non comprare i suoi prodotti.
   Poi ci sono le solite considerazioni sulle multinazionali.
E' ovviamente meglio comprare un prodotto nazionale, almeno non disperdiamo troppo la ricchezza, ma ci sono anche altri motivi. Innanzi tutto la Nike è fra quelle aziende che meno si interessano del rispetto dei diritti umani da parte dei suoi subcontractors. Le nike vengono prodotte da operai che percepiscono meno di un dollaro l'ora, lavorano in condizioni proibitive e spesso sono costretti, quando gli ordini lo richiedono, a lavorare per sedici ore di fila. Questo avviene in zone franche in molti paesi dell'emisfero sud, all'interno delle quali i sindacati non possono entrare. Gli operai sono trattati alla stregua di schiavi ma, a differenza degli schiavi che, essendo proprietà del padrone, rappresentano un investimento da salvaguardare, sono considerati di scarso valore, possono essere usati fino all'esaurimento e quindi buttati senza grossi problemi. Inoltre la Nike spende una buona percentuale dei suoi incassi in pubblicità. Ora, se pago 10 per un paio di scarpe, diciamo che 5 rappresenta l'utile del punto vendita e del distributore (che, intendiamoci, in cambio di quel 5 quanto meno fanno qualcosa), 0.1 (non scherzo, le proporzioni sono queste) è il costo della scarpa alla produzione, il restante 4,9 finisce per un 50% in pubblicità e per il restante 50% in stipendi dei dirigenti ed utili degli azionisti. Riassumendo, il 24,95% di quello che pago serve per creare una pubblicità che non mi interessa, ed il 24,95% per pagare persone che, quando va bene, non fanno nulla. Un altro 50% serve per pagare la rete di vendita e di distribuzione (ed ovviamente il trasporto delle materie prime in Asia e delle scarpe in Europa, e solo lo 0.1% paga effettivamente le mie scarpe (tanto valgono). Francamente mi sembra scandaloso. Ultimo ma non meno importante, c'è il discorso della tecnologia. Certo, si possono fare scarpe buone e scarpe meno buone, ma per fare buone scarpe non servono gli scienziati della NASA. Perché mai dovrei accettare di essere preso in giro da pubblicità senza senso quando, alla fine, parliamo solo di un paio di scarpe? Michael Jordan è probabilmente stato il miglior giocatore di pallacanestro del mondo, ma non credo grazie alle scarpe della nike. Avrebbe giocato altrettanto bene con le Adidas, con le All Star, con le Reebok e persino con le meno blasonate Superga.
   Mentre cercavo di spiegare queste cose ai miei figli, cercando sul WEB, ho trovato una ricerca che collocava, in termini di etica, Nike all'ultimo posto della classifica, Reebok e Adidas al primo. Non appena avrò il permesso dell'autore, inserirò un link ai dati.

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