giovedì 17 maggio 2012

C'è da dire che questi svizzeri sono saggi

svizzeri provvidenziali
   La Svizzera, ammettiamolo pure, un po' la invidiamo, noi europei, confinanti o meno. Mentre sul resto dell'Europa passavano le guerre, i regimi si susseguivano, i confini si spostavano ed intere nazioni cambiavano nome, in mezzo alle Alpi, là in Svizzera, niente si muoveva. Gli svizzeri, è la loro vocazione, la guerra in casa loro non la vogliono. A loro vanno bene le mucche, gli orologi a cucù, i banchieri ed il cioccolato ma la guerra no grazie, quella proprio non la vogliono, preferiscono, nel caso, andarla a fare in casa d'altri. Non per niente i mercenari svizzeri, nella storia dell'Europa dal medioevo in poi, sono sempre stati utilizzati con successo da chi poteva permettersi di pagarli. Persino il papa, a Roma, nel cinquecento o giù di lì, venne difeso strenuamente da un contingente di guardie svizzere che, con la loro fedeltà, guadagnaronono ai loro successori
l'onore di difendere il Vaticano nei secoli.
Guardia svizzera
   Oh, intendiamoci, non è stato certo un caso unico nella storia. Gli spartani alle Termopili hanno sicuramente fatto di meglio, ma agli svizzeri è andata bene ed adesso ce li troviamo a Roma, un po' ridicoli nei loro costumi rinascimentali, ma sicuramente misteriosi ed affascinanti.
   In ogni modo, tornando a bomba sull'argomento del post, come già accennato gli svizzeri la guerra in casa loro non la vogliono e, complici le montagne, la loro proverbiale neutralità ed il fatto che, se messi alle strette, siano dei pessimi clienti per chi li fosse andati a molestare, sono sempre riusciti ad evitarla ma...ma sono in mezzo alle montagne. Se in Europa scoppia una guerra loro potranno anche non partecipare, ma qualcosa devono pur mangiare no? Per questo motivo il governo svizzero, con una invidiabile lungimiranza, ha deciso che i beni essenziali di consumo debbano, per una percentuale significativa, essere prodotti dentro al confine, in modo da garantire che, in caso di guerra, la popolazione non debba soffrire carestie. Direttiva intelligente che viene, ovviamente, perseguita con delle misure tese a finanziare la produzione interna dei beni di prima necessità come, ad esempio, frutta e verdura.
   Se da noi un contadino, quando produce frutta, se  non ci rimette comunque non ci guadagna, in Svizzera esistono dei fondi che consentono al contadino di produrre anche ad un prezzo maggiore di quello di mercato, in modo da incoraggiare l'uso di prodotti locali. E anche se l'obbiettivo primo è quello di sopravvivere ad una chiusura dei confini, in realtà queste decisioni si rivelano vincenti anche in termini di sostenibilità dei consumi e di sviluppo dell'agricoltura.
Suddivisione linguistica in Svizzera
   C'è un'altra cosa che mi piace della Svizzera. Lì, quando si parla di protezione dell'ambiente, si fa sul serio, mica come da noi. Da noi ti fanno la multa se superi il limite di velocità, ma solo perché rappresenti un pericolo per la circolazione. Là te la fanno perché inquini di più e, francamente, mi sembra un motivo migliore. E poi, caspita, un paese dove riescono a convivere allegramente non solo il tedesco il francese e l'italiano, cosa già di per sé difficile, ma anche il romancio, lingua assolutamente sconosciuta nel resto del mondo e, pare, poco conosciuta anche in Svizzera visto che, malgrado la parlino solo 35000 persone, è divisa in svariati dialetti, deve per forza avere una marcia in più.
   E Bravi svizzeri, nessuno mi convincerà mai che sappiate fare il cioccolato meglio di noi ma almeno al governo avete gente intelligente. Così, devo ammetterlo, vi invidio un po' anch'io, che vivo in un paese governato da mentecatti, dove si parla una sola lingua che, in realtà, conoscono in pochi e dove la protezione dell'ambiente è solo un argomento da campagna elettorale.

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