giovedì 10 maggio 2012

A cosa serve un computer?

L'ultima frontiera dell'onanismo
   Sembra una domanda inutile ma, in realtà, a cosa serve un computer? Se dividiamo il mondo in elaboratori che si vedono ed elaboratori che non si vedono o, meglio ancora, in elaboratori che si manifestano apertamente come tali ed in elaboratori nascosti all'interno delle applicazioni più disparate e che svolgono una funzione specifica senza dichiararsi come tali, scopriamo che i primi, in massima parte, sono usati per accedere ad internet, per la posta elettronica e per scrivere testi. Quelli del secondo tipo, invece, sono dappertutto, dalla nostra automobile, dove possono essere presenti a dozzine, alla nostra lavatrice. Dal nostro climatizzatore al nostro TV. Tuttavia, tralasciando questo secondo tipo di elaboratore, che in linea di principio interessa solo gli addetti ai lavori, preoccupiamoci del primo.
   Iniziamo col domandarci quali programmi usiamo di frequente. La risposta della maggior parte delle
persone sarà: Il browser web, il gestore della posta elettronica (per chi non usa direttamente una web mail), l'editor di testi ed il software per scaricare le foto dal telefonino e dalla macchina fotografica e per archiviarle. I più evoluti, probabilmente, useranno anche un foglio elettronico e forse un DBMS, ed i ragazzi un qualche videogioco ed un programma di comunicazione tipo Skipe o similari. Insomma, noi con il computer facciamo veramente poche cose e, specialmente, sempre quelle. Se qualcuno ci fornisse un computer che, senza farci vedere altro, sapesse fare solo quelle cose, probabilmente non noteremmo la differenza. Ed allora, visto che non ne cambiamo l'uso, perché cambiare il PC?
Pinocchio col Gatto e la Volpe   Questa domanda devono essersela posta in Intel ed in Microsoft, a cavallo degli anni 80, mentre valutavano il fatto che, una volta saturato il mercato, le loro aziende sarebbero scese dall'impetuosa onda dell'IT che le stava trascinando sempre più in alto. Nessuno di loro, da solo, avrebbe potuto trovare una soluzione, ma assieme...assieme si, potevano riuscirci, bastava unire le forze, come il gatto e la volpe per turlupinare il povero Pinocchio, ed il gioco era fatto. Iniziò così una sorta di ping pong fra le due aziende: l'Intel sfornava un nuovo processore più performante, e la Microsoft buttava fuori una nuova versione di sistema operativo e di Office in grado di metterlo a sedere e, specialmente, assolutamente non in grado di girare in modo dignitoso sulla generazione precedente di processori, il tutto con cadenza sufficiente a far si che una macchina con più di tre anni d'età si potesse considerare, sia per quanto riguarda il sistema operativo che per quanto riguarda l'hardware, desueta. 
  • 1970 8086
  • 1982 80286
  • 1982 Windows 1.0
  • 1985 80386
  • 1987 Windows 2.0
  • 1989 80486
  • 1990 Windows 3.0 / NT
  • 1993 Pentium
  • 1995 Windows 95
  • 1995 Pentium pro
  • 1998 Windows 98
  • 2000 Pentium 4
  • 2001 Windows XP
  • 2004 Pentium 4 Prescott
  • 2006 Vista
  • 2006 intel core 2
  • 2008 Atom
  • 2008 intel core i3/i5/i7
  • 2009 Seven
  • 2011 Intel sandy bridge
   E per costringere anche i più reticenti, quelli che avrebbero tenuto lo stesso PC fino alla sua morte per consunzione senza nessun desiderio di sostituirlo con uno nuovo, è stato sufficiente creare nuovi formati di file per i testi, che per altro non aggiungevano effettivamente nessuna funzionalità reale, in modo che gli irriducibili non potessero condividere i dati con gli evoluti. Una ulteriore leva, usata senza pietà, è stata quella dei drivers. Niente drivers per il nuovo hardware sui vecchi sistemi operativi. Vuoi cambiare il PC, devi cambiare anche Windows!
   In tutto questo marasma, anche se pochi se ne sono resi conto, il più grande colpo basso alla Microsoft l'ha tirato la Sun Microsystems, promuovendo "Star Office", una alternativa ad Office e, successivamente, la sua versione open source "Open Office". Open Office non funziona meglio di Office, anzi, è innegabilmente più lento a partire, a causa della sua struttura seminterpretata. Non ha prestazioni superiori, non è più bello e neppure più sicuro di Office ma...ma usa un formato di dati aperto, pubblico e, specialmente, non lo cambia da una versione alla successiva. Recentemente, poiché molte amministrazioni pubbliche americane, nel tentativo di frenare questo monopolio di fatto, hanno imposto l'adozione dei formati open ai documenti dei loro uffici, Microsoft è stata costretta ad inserire nei suoi programmi la possibilità di importare ed esportare in questo formato. Ora nessuno vi vieta di usare Office ma di salvare e scambiarvi i vostri dati in un formato Open Document, in modo da non essere più legati alle varie versioni dell'editor usato. In altre parole nessuno potrà più chiedervi di aggiornare il vostro software per poter scambiare dati con lui.
   In ogni modo, visto che i moderni PC sono migliaia di volte più performanti dei primi esemplari e, ciò nonostante, sono usati per fare sempre le medesime cose, sarebbe saggio domandarsi, prima di cambiare il computer, se veramente abbiamo la necessità di cambiarlo o se non sia solo un passivo adeguamento ai suggerimenti del gatto e della volpe.
   Domandiamoci se il fatto di usare WORD per scrivere eleganti lettere perfettamente impaginate ci ha dato qualcosa in più rispetto a quando le scrivevamo, sempre perfettamente impaginate, con WORD STAR e, specialmente, se il non scrivere più a mano, oltre a far sì che la nostra calligrafia diventi illeggibile e che non si sia in grado di produrre una pagina priva di errori senza il correttore ortografico, ci ha migliorato in qualche modo la vita. Domandiamoci se l'usare l'e-mail e skipe per comunicare con i nostri cari lontani ci ha dato qualcosa in più o ci ha solo tolto il piacere di aprire una leggerissima busta per posta aerea, piena di quei sottili fogli di carta velina che condensavano, magari, i fatti di un anno, o la capacità di analizzare le cose prima di comunicarle, scremando l'inutile e trasformando ogni telefonata in un evento. Intendiamoci, io non sono affatto contrario alla tecnologia, anzi, devo ammettere che ci vivo, di tecnologia, ma non per questo riesco a dimenticare il fatto che fino ad un paio di decenni fa vivevamo benissimo senza Windows, senza posta elettronica e senza internet.
   Certo, non possiamo negarlo, queste cose ci hanno cambiato la vita, ma in meglio? Credete che poter disporre di tutte le informazioni del mondo non selezionate alla portata di un click sia meglio che avere in casa una copia della Treccani, della Britannica o della Motta? La mia generazione, che ha studiato su libri di carta ed enciclopedie pesanti come incudini da fabbro ha una fede incrollabile nello scritto. Se "è scritto" è sicuramente vero, ma è lo stesso per le generazioni successive o internet ci ha abituati all'informazione incerta e, specialmente, questo è progresso?
  Ovvio pensare che "in medio stat virtus". Non dobbiamo fare a meno dei PC, e del resto non sarebbe neanche più possibile, ma non per questo dobbiamo rispondere come marionette agli inviti di Microsoft ed Intel, che vorrebbero continuare a venderci ad infinito le stesse cose, solo con un mantello un po' diverso per cui, prima di cambiare PC o OS, domandiamoci se ne abbiamo veramente bisogno.

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