lunedì 17 settembre 2012

l'estate sta finendo

   E così, anche per quest'anno, l'estate se ne sta andando, e con lei l'afa che ci ha spinto ad accendere i condizionatori. Fermo restando che, sui condizionatori, sarebbe da farci un discorsino a parte, con l'abbassarsi delle temperature inizia ad avvicinarsi il momento in cui si dovranno accendere i termosifoni. Bella cosa il riscaldamento, a chi non piace il tepore di una casa confortevole, le mani sempre calde,
gli indumenti sempre asciutti, il freddo chiuso fuori e da guardare stando alla finestra ed osservando come fuori tutto sia avvolto in una coltre nebbiosa, come la gente giri con i baveri alzati, come la luce sia cambiata e, in un qualche modo, scaldi meno di quella estiva. Bella cosa, dicevamo, ma senza esagerare.
Il letargo è solo uno dei sistemi
di adattamento alla alternanza
delle stagioni
   Che in inverno sia freddo ed in estate sia caldo è assodato da migliaia di anni. Piante ed animali sono assuefatti ad esso, l'evoluzione ha portato tutti gli esseri viventi ad adattarsi a questi cambiamenti e, nella maggior parte dei casi, a dipendere in un qualche modo da queste ciclicità. Certo, il caldo eccessivo ed il freddo polare sono sgradevoli e possono anche essere pericolosi, dubito fortemente che oggi come oggi un uomo, per quanto robusto, potrebbe sopravvivere nudo ad un intero ciclo stagionale vivendo all'aperto in Italia, tuttavia anche il mediare eccessivamente, cercando di trasformare le nostre abitazioni in un luogo di eterna primavera, è dannoso per la salute.
   Temperature troppo alte in casa, d'inverno, aumentano gli sbalzi di temperatura quando si esce ed abbassano troppo il quantitativo di umidità relativa nell'aria. Entrambe queste cose sono dannose per la salute, provocano malattie respiratorie e diminuiscono le naturali difese contro le malattie stagionali. Sta arrivando l'inverno, rassegnatevi e tirate fuori i maglioni di lana. Se non avete bisogno di usarli, è abbastanza evidente che la temperatura delle vostre case è troppo alta.
   E poi, altra cosa importante, dormire al caldo fa male. Quando fuori fa freddo si dorme meglio e ci si sveglia senza gonfiori. Un buon piumino, come si usa nei paesi nordici, garantisce una temperatura confortevole ed una corretta traspirazione senza la necessità di quintali di coperte. L'inerzia termica delle case è tale che, anche con il riscaldamento spento, se di giorno la temperatura è di 19° di notte difficilmente si scende sotto i 16, e questo anche nelle notti più gelide. E non venite a raccontarmi che a 16 gradi fa freddo, certo che fa freddo, ma voi dovete dormire sotto le coperte, mica nudi no?
   Ed il risveglio? Non è bello risvegliarsi col freddo e su questo non ci piove, ma siamo nel 2012 ed i cronotermostati li hanno già inventati già da un po'. Una bella botta a 19-20° mezz'ora prima di alzarsi, giusto per dare ai termosifoni il tempo di scaldare l'aria, e vedrete che la differenza di temperatura stessa vi sveglierà. Poi, durante il giorno, un set point leggermente più basso, quanto basta per rendere la casa confortevole ma non tanto da avere un gradiente eccessivo fra dentro e fuori e la sera, un'oretta prima della nanna, tutto spento.
Principio di funzionamento di
un impianto a pompa di calore
   Comunque, quale che sia la vostra scelta di temperatura, vediamo qualche consiglio pratico sul come ottimizzare il consumo di combustibile. Prima di tutto il tipo di impianto. Se viviamo in una città dove la temperatura minima raramente scende sotto i 10 °C, prendiamo in seria considerazione l'utilizzo di pompe di calore per il riscaldamento. Una pompa di calore trasferisce il calore dall'esterno all'interno dell'edificio, alzando la temperatura interna ed abbassando la temperatura esterna. Questo processo è tanto più efficiente quanto è minore il salto di temperatura da compiere. Se, per intenderci, vogliamo un getto d'aria a 25°C partendo da una temperatura esterna di 10°C, il salto di temperatura è di soli 15°C, ma se la temperatura esterna è di -5 il salto di temperature è di 30°C. Nel primo caso il sistema a pompa di calore è più efficiente di quello a caldaia, nel secondo no.
I moderni sistemi radianti sono
pensati per operare con acqua a
temperature relativamente basse
rendendo conveniente l'uso di
caldaie a condensazione e della
integrazione con pannelli solari
   Nel caso che, date le temperature esterne rigide, si opti per un sistema a caldaia, qualora l'impianto consenta di lavorare con una temperatura dell'acqua relativamente bassa, intorno ai 60°C, possiamo montare una caldaia a condensazione con risparmi, sul consumo di combustibile, anche superiori al 10%, ma se l'impianto è un vecchio impianto a termosifoni che prevede una mandata dell'acqua a 85°C possiamo tranquillamente montare una caldaia convenzionale, perché il risparmio di combustibile con una a condensazione non sarebbe così significativo. Tuttavia, se siamo in fase di ristrutturazione, prendiamo in considerazione l'idea di cambiare il sistema di radiazione con uno a bassa temperatura e, magari, di integrare il tutto con dei pannelli solari sotto vuoto. Potremmo così avere risparmi anche dell'ordine del 30-40% e ripagarci l'investimento in breve tempo.
   Se abbiamo una casa grande, magari divisa su più piani, con una netta separazione fra la zona giorno e la zona notte, non commettiamo l'errore di avere un unico set point di temperatura. Separare l'impianto in zone, con pompe indipendenti o con elettrovalvole, consentirà di risparmiare notevolmente scaldando solo le parti di casa effettivamente utilizzate. Naturalmente una buona coibentazione, infissi adeguati alle temperature minime e massime e magari un piccolo vestibolo all'ingresso, in modo da creare una sorta di camera di separazione fra l'esterno e l'interno possono aiutare a contenere i consumi. Per quanto riguarda l'uso, invece, teniamo presente che un po' di buon senso nel settare il cronotermostato si traduce in un guadagno in termini di combustibile e di salute. Temperature superiori ai 20°C, d'inverno, sono da evitare assolutamente.
   Quando cuociamo la pasta, d'inverno, evitiamo per quanto possibile (ovviamente se non stiamo nel frattempo cuocendo del cavolfiore o friggendo della cipolla) di accendere la cappa aspirante, per non disperdere all'esterno il calore generato e, specialmente, per ripristinare un po' dell'umidità interna che, a causa del riscaldamento, sarà tipicamente troppo bassa. Arieggiamo la casa preferibilmente di giorno, quando la temperatura esterna è più alta, e mentre lo facciamo spegniamo un attimo il riscaldamento, in modo che il cronotermostato, impazzito per le correnti di aria fredda, non faccia partire il riscaldamento al massimo. Non dimentichiamoci che le costanti di tempo quando si parla del riscaldamento di una casa sono dell'ordine delle decine di minuti, se non dell'ora. Con una simile inerzia termica aprire per qualche minuto le finestre non sposta quasi nulla.
   Manteniamo la temperatura dell'acqua dell'impianto di riscaldamento relativamente bassa ed alziamola solo quando è indispensabile e cioè nei giorni di maggior rigore, in modo da rendere più dolce l'intervento del riscaldamento ed evitare sovraelongazioni nella temperatura di casa. 
   Usiamo un cronotermostato di qualità, possibilmente di quelli in grado di autoapprendere il comportamento del sistema e di adattarsi nella regolazione. Evitiamo di installarlo in prossimità di porte e finestre, sulle pareti esterne, vicino ad oggetti caldi o esposto a correnti d'aria.
   Se, per un errore nel dimensionamento dell'impianto, una stanza è troppo calda rispetto alle altre, facciamo montare sul radiatore un rubinetto termostatico. Se invece succede il contrario, evitiamo di alzare la temperatura di tutto il resto della casa ma, nel caso, facciamo sostituire il radiatore con uno di maggiori dimensioni.
   Verrebbe da chiedersi, comunque, perché ottimizzare il consumo di energia per il riscaldamento. In fin dei conti non è, probabilmente, la voce più significativa del nostro bilancio. Bé, ci sono diversi motivi per farlo, e tutti ugualmente validi:

  1. Quando consumiamo senza motivo delle risorse non rinnovabili andiamo ad intaccare l'eredità delle generazioni future;
  2. Pochi o molti che siano, tutti i soldi che risparmiamo ottimizzando il consumo di energia sono soldi che non andranno a foraggiare le multinazionali che la governano;
  3. Diminuendo il consumo energetico diminuiamo l'accumulo di CO2 nell'atmosfera e la CO2, a quanto pare, è una delle cause principali dei cambiamenti climatici di questi anni.
   Quindi, quest'anno, facciamo un piccolo sforzo per consumare meno degli anni passati con la certezza che, oltre a tenerci in tasca qualche euro in più, faremo qualcosa di buono per l'ambiente e per la società.

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