mercoledì 9 gennaio 2013

Aboliamo il Natale

   Per Natale siamo tutti più buoni, ci scambiamo dei regali e, specialmente, mangiamo come dei cannibali. Bene la prima, benino anche la seconda ma male la terza, anzi, malissimo. Che occasionalmente, magari una volta alla settimana, possa succedere di eccedere con il cibo è abbastanza normale, ma che si ecceda per dieci giorni di fila è letale. Ho la sensazione che, tutto sommato, se evitassimo le festività natalizie potremmo tranquillamente vivere una decina d'anni in più. Qua a Bologna, per le feste natalizie, ci toccano, come minimo: tagliatelle,
tortellini, lasagne, zampone e cotechino, una cena di magro (se il salmone ed il capitone possono essere chiamati magri), il bollito, il cenone dell'ultimo dell'anno e, per finire, i dolci della befana. E tutto questo, che sarebbe di per sé già sufficiente ad uccidere un bambino gracile, viene integrato con cene e pranzi di avanzi durante tutti i giorni intermedi, in modo che non ci siano soste per consentire ai nostri poveri fegati di riprendersi. E poi è festa e si deve brindare o, sempre più spesso, pasteggiare a prosecco.
Il banchetto degli Dei
   Ecco, questa è un'altra delle cose che non ho mai capito. Ma se ad uno il prosecco non piace, perché mai durante le feste di Natale lo deve bere per forza? E se ad uno piacesse di più, che so,  un chinotto, o magari un barbera? Irrilevante. L'ultimo dell'anno si brinda a prosecco o, al limite, portafogli permettendo a champagne. Il chinotto, considerato eretico, non deve neppure essere nominato. Il barbera è per i poveri ed è stato bandito, assieme al lambrusco ed al brachetto, ormai superato dal prosecco rosè, ultimo grido della moda festaiola.
   Comunque, tornando a noi, se si potesse abolire il Natale o, per lo meno, i pranzi e le cene di Natale, il numero di epatosi diminuirebbe in modo consistente, diminuirebbe il consumo di carne e, di conseguenza, diminuirebbe l'inquinamento delle acque dato dai liquami degli allevamenti. Questo comporterebbe una minore eutrofizzazione delle alghe, un aumento della balneabilità ed un conseguente aumento del turismo straniero, con grande beneficio dell'industria turistica nazionale. Quindi, un po' per il risparmio dato dal mancato acquisto dei cibi ed un po' per la riduzione delle tasse dovuta ad un maggior PIL turistico e ad un minor costo della sanità (fegati più sani, ricordate?) gli italiani sarebbero un po' più ricchi e tornerebbero ad investire, sbloccando così il mercato immobiliare. Un mercato immobiliare in ripresa significa anche che il valore dei beni immobiliari torna a salire, quindi tutti ancora più ricchi, tanto ricchi che magari avanzano anche i soldi per far ripartire le industrie e, con le industrie in ripresa...
   Insomma, come direbbe il vecchio Ebenezer Scrooge, abolire il natale è meglio di Monti, anzi, mi meraviglio che non l'abbia proposto lui, nella sua "Spending review", assieme alle altre cazzate demagogiche.
   Ed allora, quest'altr'anno, indipendentemente da chi sarà al potere, proponiamo tutti un referendum abrogativo con il quale abrogare il Natale e le relative festività. Proponiamo, anzi, una abrogazione ancora più completa, eliminiamo anche la Pasqua con grande piacere delle minoranze religiose e grande sollievo dei poveri ovini. Poi, col tempo, potremmo valutare anche la possibilità di abolire i sabati e le domeniche, sostituendoli con dei venerdì, così si mangia di magro e si lavora pure.
   Le uniche obiezioni a questa idea, ovviamente, sono quella del comparto giocattoli, che soffrirà un po' per l'abolizione del Natale e della Epifania, e quella, più giustificata, promossa dal clero che vedrà, con l'eliminazione del Natale e della Pasqua, scomparire tutta una parte della liturgia che, con le messe di mezzanotte, gli consentiva di competere con il cinema in 3D ma, del resto, rimangono sempre compleanni ed onomastici e quelli, specie con una economia in rimonta, saranno più che sufficienti per garantire ai giocattolai una dignitosa esistenza. Per quanto riguarda il clero, invece, sono certo che tanto, alla lunga, i cinema avrebbero vinto comunque la battaglia, l'eliminazione di Pasqua e Natale non faranno altro che affrettare l'inevitabile declino.
   Ed in attesa di questa nuova legge sul Natale che, ne sono certo, verrà promulgata immediatamente dalla nostra classe politica non appena, leggendo queste mie righe, si renderanno conto dei vantaggi connaturati con una simile scelta, iniziamo a prepararci con la dieta, dimagrendo opportunamente nel caso che, in violazione al principio di non retroattività, questa legge venga fatta valere a partire dalle feste appena trascorse.

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