domenica 31 marzo 2013

E' morta l'Italia

E' con grande dolore che ho visto spirare, dopo una lunga agonia, la nostra amata Italia e, in questo momento di lutto che ci colpisce tutti lasciandoci spaventati ed attoniti, privi di una patria e di quei valori morali che sempre l'hanno contraddistinta, vorrei ricordarla con due parole.
   Mi ricordo, quando frequentavo le scuole elementari, che la maestra ci raccontava la storia di Roma. Com'ero orgoglioso, allora, di essere un discendente di quegli uomini giusti e fieri. Muzio Scevola, Cincinnato, Orazio Coclite, gli Orazi che
combatterono contro i Curiazi, Caio Marzio il temporeggiatore, Cesare, Marco Antonio e così via. Che fortuna, mi dicevo, essere nato qua, in questa nazione e non, magari, in Africa, dove fanno la fame, o in America, dove non hanno una storia che risalga a più di qualche secolo. Che fortuna non essere nato in Germania dove, mi diceva mio nonno, sono tutti educati ma solo per paura della punizione. Noi no, noi siamo italiani, noi siamo automotivati e, se non buttiamo per terra le carte delle caramelle, non è per paura del vigile urbano ma per senso civico. Ho perso questo sentimento, un po' per volta, scoprendo che nel mondo reale chi si trova al posto di Muzio Scevola ritira la mano dal braciere e che, in generale, la ragione combatte dalla parte dell'artiglieria pesante. Tuttavia, malgrado tutto, malgrado personaggi impropobibili come Berlusconi e Prodi, malgrado gli scandali, malgrado le prese in giro ogni volta che sono andato all'estero, non mi sono mai pentito di essere italiano fino ad oggi, ma quella dei fucilieri rispediti in India no, questo proprio è troppo, voglio la naturalizzazione a Topolinia che, se devo essere governato da degli idioti, almeno siano idioti divertenti. Così, dopo quest'agonia di corruzione e malgoverno, l'italia è spirata per quest'ultimo gesto di uno stato scellerato che ha per l'ennesima volta manifestato la sovrana indifferenza delle leggi e dei cittadini. Caliamo tutti a mezz'asta la bandiera e cerchiamo di preservare almeno nel nostro cuore un'immagine diversa di questa nostra patria, cerchiamo di ricordarla com'era prima, quando si poteva andare all'estero e dire a testa alta "sono italiano".
E poi, vista così, Topolinia non è male
   Ed adesso torniamo all'episodio dei due poveri fucilieri, vittime di giochi economici e dei desideri dell'Ansaldo. Ma insomma, già dall'inizio è stato fatto un errore consegnando i due militari alle autorità portuali. Voglio vedere come facevano, gli indiani, a fermare una petroliera se quella decideva di andarsene, ma avete idea di quanto sia grossa una petroliera? E mica potete prenderla a cannonate no? A parte il fatto che un atto del genere verrebbe condannato da tutte le nazioni del mondo, se sparate ad una petroliera in casa vostra ve la state proprio andando a cercare la catastrofe ecologica e, se siete in acque internazionali poi, allora cercate rogna.
Stemma di Giustizia Militare
Tribunale militare
    E poi, al di là di questo, ma lo sapete o no che secondo la legge italiana i militari devono essere processati prima da un tribunale militare e solo dopo da quello civile e che, per atti compiuti (che poi compiuti paiono non essere) in acque internazionali non è previsto che il processo possa avvenire all'estero? Ed allora che cavolo ce le abbiamo a fare le leggi, perché gli altri ci si spazziono il di dietro? Però quando quelle teste di c.. degli americani tirano giù una funivia per giocare ad acchiapparella con gli aerei mica ce li teniamo per processarli noi, no, anzi, glie li rimandiamo indietro così possono assolverli con comodo a casa loro. Sarò un guerrafondaio ma io col cavolo che gli rimandavo dei soldati italiani da processare, puttosto gli mandavo indietro tutti i cittadini indiani che si trovano in Italia dicendo di processarsi quelli che, comunque, qua possiamo vivere benissimo anche senza di loro e, se insistevano per tenersi l'ambasciatore italiano, meglio per loro, che se lo tenessero pure che, in fin dei conti, toccare un ambasciatore è un atto che nessuno, nemmeno Sandokan con tutti i pirati della Malesia, si sognerebbe veramente di fare, perché significherebbe il disastro nelle relazioni con tutti gli altri stati.
   E poi, andiamo, ma stiamo parlando di una missione anti pirateria. Come a dire che, cari i miei indiani, se vi preoccupaste di impedire ai vostri connazionali di arrotondare le entrate della pesca con quelle della pirateria, probabilmente non ci sarebbe bisogno di armare le petroliere con i fucilieri di marina i quali, detto per inciso, non mi risulta che usino il calibro 7.62 da parecchi anni mentre, si sa, da quelle parti ci sono in giro un mucchio di AK ex cinesi e sovietici che, guarda caso, sparano proprio quel calibro e che, sempre casualmente, sono l'arma preferita dai pirati assieme ai lanciarazzi.
   E che non mi si venga a parlare di bilance commerciali, se l'India venisse rasa al suolo da un tifone, o da una epidemia, nel lungo termine l'Italia potrebbe solo guadagnarci (e lo stesso dicasi per la Cina del resto). Una nazione dove l'unico modo per mantenere una parvenza d'ordine è il sistema delle caste, dove la sovrapopolazione è tale che per adeguare il loro tenore di vita al nostro avrebbero bisogno delle risorse non di un continente ma di un paio di mondi, dove la popolazione ci invidia tutto ciò che è apparenza senza aver capito assolutamente niente di ciò che conta veramente (basti pensare che hanno copiato Holliwood e che, oltretutto, non sono neanche riusciti a non ripeterne gli errori), per me potrebbe anche non esistere anzi, se al suo posto ci fosse un bel buco nella carta geografica, non mi dispiacerebbe affatto.
   In ogni modo la mia idea, un po' estremista se vogliamo, non è la stessa del nostro bel governo che ha preferito porgere le terga (dei due poveri fucilieri, mica quelle dei ministri) e, ancora una volta, farmi vergognare del mio bel paese.
   Così ho deciso, questa sera cerco sulle pagine gialle dove si trova l'ambasciata di Topolinia e, domani, chiedo la naturalizzazione, tanto peggio di così non potrà mai essere.

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