domenica 14 aprile 2013

La variante del cavallo

   Ok, lo dico subito prima che mi scopriate, il titolo di questo post avrebbe dovuto essere qualcosa del tipo "la variante del ragù" o magari anche "ragù alla guinness" ma, siccome mi piaceva il tono scacchistico di "la variante del cavallo" e, specialmente, siccome è anche il titolo di un ottimo racconto di fantascienza, ho deciso per quest'ultimo. Detto questo, veniamo a bomba all'argomento del post, una variante estemporanea alla ricetta del ragù di cavallo, che trovate qui.
   Cosa ho cambiato? Diciamo che questa mattina mi sono messo a fare il ragù e che
non avevo in casa una bottiglia di rosso adatto. Diciamo anche che la mia pigrizia è tanta e non avevo nessuna voglia di scendere in cantina a procurarmene una e che, in frigorifero, languiva da giorni una bottiglia di Guinness, birra che io adoro ma che, come tutti gli alcolici, non amo bere se non in compagnia e che, essendo rimasta sola, non aveva molte occasioni per essere bevuta.  Diciamo infine che, nel cassetto delle spezie, c'era dell'ottima paprika dolce portatami direttamente da Budapest qualche giorno fa. Detto fatto, ecco la variante:
   Prima di tutto ho abbondato con le verdure, due belle cipolle, due carote grandi e tre gambi di sedano verde (quello più odoroso) per un chilo di cavallo macinato una volta sola e messe a rosolare fino all'imbiondimento con un po' d'olio e sale, per facilitare la perdita di liquidi.
   Poi il cavallo, rosolato con un filo d'olio, due cucchiai di paprika ed un po' di pepe ed unito alle verdure solo quando profumava di carne abbrustolita, sfumato con un mezzo bicchiere di bianco (giusto per raffreddare la pentola).
   Infine la birra e le spezie (peperoncino, chiodi di garofano, cannella e curcuma), aggiunte al tutto e lasciato sul fuoco basso per una mezz'oretta prima di aggiungere un tubetto di concentrato di pomodoro e terminare la cottura.
   Il risultato? Ottimo, di quelli che per fortuna non c'era pane in casa, sennò sai quanto ne rimaneva del ragù? Un condimento saporito ma, con un uso giudizioso delle spezie, abbastanza delicato da non violentare il gusto dei piatti ai quali lo si accompagna, ottimo con i paccheri ma anche sopra la polenta o per gli gnocchi di patata.
   P.S. Due consigli: non esagerate con il peperoncino, si deve sentire un lieve pizzicorino, niente di più e ricordatevi di contare i chiodi di garofano e di cercarli, a fine cottura, fino a che non li avrete tolti tutti.

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