Pensando alla meccanica
quantistica, alle discontinuità ed al concetto di realismo mi é venuta la perversa idea
di dividere l'insieme dei numeri reali in ℝn (insieme dei numeri
nuovi) ed ℝu (insieme dei numeri usati) dove ℝn contiene tutti i
numeri che ancora non sono stati utilizzati a scopo alcuno ed ℝu i numeri che, invece, a qualcosa sono già serviti.
ℝu={x|x∈ℝ ∧ x é stato calcolato almeno una volta}
ℝn={x|x∈ℝ ∧ x∉ℝu}
Ovviamente definiti ℝu ed ℝn la prima cosa che mi é venuta in mente é stata domandarmi se questi
numeri
nuovi avessero delle proprietà interessanti ed in effetti ho immediatamente notato una loro particolarità: il fatto di non essere mai stati utilizzati comporta che non siano mai stati paragonati né fra di loro né con altri numeri e, di conseguenza, che non abbiano segno. Quindi con una sorprendente analogia con la meccanica quantistica possiamo enunciare che:
nuovi avessero delle proprietà interessanti ed in effetti ho immediatamente notato una loro particolarità: il fatto di non essere mai stati utilizzati comporta che non siano mai stati paragonati né fra di loro né con altri numeri e, di conseguenza, che non abbiano segno. Quindi con una sorprendente analogia con la meccanica quantistica possiamo enunciare che:
é impossibile conoscere il segno di un
numero nuovo
senza alterarlo trasformandolo in un numero usato.
Ma se un numero
appartenente ad ℝn non ha segno (o magari li ha entrambi in potenziale) ed ℝn≠∅, data la definizione di ℝn che impone ℝn⊆ℝ se consideriamo che, come noto, ℝ=ℝ++ℝ-, si manifesta un'ovvia incongruenza per il fatto che i numeri
nuovi pur appartenendo ad ℝ non possono appartenervi in quanto non
facenti parte né di ℝ+ né di ℝ-.
Grande Einstein
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